C’era una volta un ragazzo con un bruttissimo carattere.
Suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e gli disse di piantarne uno sul muro del giardino ogni volta che avrebbe perso la pazienza e avrebbe litigato con qualcuno.
Il primo giorno ne piantò 37 nel muro.
Le settimane successive, imparò a controllarsi, ed il numero di chiodi piantati diminuì giorno dopo giorno: aveva scoperto che era più facile controllarsi che piantare chiodi.
Infine, arrivò un giorno in cui il ragazzo non piantò nessun chiodo sul muro.
Allora andò da suo padre e gli disse che quel giorno non aveva piantato nessun chiodo.
Suo padre gli disse allora di togliere un chiodo dal muro per ogni giorno in cui non avesse mai perso la pazienza.
I giorni passarono e infine il giovane poté dire a suo padre che aveva levato tutti i chiodi dal muro. Il padre condusse il figlio davanti al muro e gli disse : ” Figlio mio, ti sei comportato bene, ma guarda tutti i buchi che ci sono sul muro. Non sarà mai come prima.
Quando litighi con qualcuno e gli dici qualcosa di cattivo, gli lasci una ferita come questa. Puoi piantare un coltello in un uomo e poi tirarglielo via, ma gli resterà sempre una ferita. Poco importa quante volte ti scuserai, la ferita resterà. Una ferita verbale fa male tanto quanto una fisica.”

Se volete poi sapere qualcosa di più sulla bellezza, che cos’è esattamente, consultate una storia dell’arte e vedrete che ogni epoca ha le sue veneri e che queste veneri (o apolli) messi assieme e confrontati, fuori dalle loro epoche, sono una famiglia di mostri. Non è bello quello che è bello, disse il rospo alla rospa, ma è bello quello che piace.

C’è chi beve e si vanta della propria ubriachezza.

C’è chi si ubriaca e si vergogna dei propri sentimenti.

C’è chi osserva tutto questo e lo sopporto solo bevendo.

Un bicchiere è un’arma micidiale quando lo appoggi vicino al cuore.

La vita va corretta..va corretta..

E’ cosi difficile berla liscia.

Il Bar non ti regala ricordi ma i ricordi ti portano sempre Al Bar.

VCC

se vincessi un miliardo

Se vincessi un miliardo a biliardo

non farei niente se non il far nulla

Se vincessi un miliardo a biliardo

mi comprerei il Duomo con tutte le guglie

Se vincessi un miliardo a biliardo

lo affitterei al costo d’un monolocale

Se vincessi un miliardo a biliardo

lo brucerei per tenermi caldo

Se vincessi un miliardo a biliardo

lo peserei come una vacca grassa

Se vincessi un miliardo a biliardo

regalerei una casa al mare a mia madre

Se vincessi un miliardo a biliardo

regalerei il mare alla casa di mia madre

Se vincessi un miliardo a biliardo

andrei sulla luna per aprirci una pasticceria

Se vincessi un miliardo a biliardo

acquisterei un pulmino giallo

raccoglierei venti puttane e

le accompagnerei a casa loro

Se vincessi un miliardo a biliardo

me lo farei cambiare in monete da 50

per pesarlo poi nuovamente

Se vincessi un miliardo a biliardo

aprirei una trattoria in cucina

Se vincessi un miliardo a biliardo

ruberei una biro in posta

scriverei in bella calligrafia su ogni banconota

“ho vinto un miliardo” e già che

sono lì ne spedirei una a tutti quanti

se vincessi un miliardo a biliardo

mi darei un bacio dentro e

stringendomi la mano riderei perché

neanche so tenere la stecca a biliardo.

Ti chiede tuo figlio un sabato sera mentre stai tornando a casa. La sua mano indica un gruppo di tifosi che si avvicina alla stazione. Qualcuno di loro ha la sciarpa, altri delle grandi bandiere arrotolate e quello più guardingo porta, nello zaino, lo striscione. Camminano chiacchierando e prendendosi in giro, c’è chi già mangia prima di partire e chi è alla sua terza birra. Una macchina si ferma vicino a loro e poi corre a parcheggiare. Altri sono già davanti alla biglietteria. Gli rispondi che sono tifosi del Milan e che vanno a vederla giocare in trasferta, ma dal suo sguardo ti accorgi che non ha capito cosa gli hai detto. Gli hanno insegnato che le cose esistono solo se si vedono in televisione e fai fatica a spiegargli che c’è ancora chi preferisce vivere le emozioni e non semplicemente guardarle. Tanti anni fa in mezzo a loro c’eri anche tu. Poi ti sei sposato, hai fatto un figlio, ti sei sistemato col lavoro e le cose più importanti sono sembrate essere altre. Ti sei quasi convinto che la vita giusta sia quella che conduci. Il giretto al centro commerciale, appena aperto, il sabato pomeriggio, a cena fuori la sera e la domenica a casa dei genitori di lei “che tanto il MIlan te la puoi vedere anche da loro”, dice tua moglie. Rallenti, fino quasi a fermarti, per vedere chi c’è e scopri che c’è ancora qualche faccia nota. Si, è proprio lui quello che adesso sta parlando col Capotreno per farsi dare almeno un vagone in più. Con lui ti sei fatto quasi più notti in treno che con tua moglie. Non è cambiato per niente, e ti allontani mentre lo vedi distribuire i cartoncini del biglietto cumulativo. Torni a casa con mille pensieri in testa. Finisci subito di cenare e apri quel cassetto che avevi lasciato chiuso da tanti anni. Stringi tra le mani quella sciarpetta di lana a strisce rossonere, con quelle macchioline che adesso sono diventate nere ma che una cintata te lo fece sporcare di rosso; la sciarpa odora ancora di quei fumogeni che si usavano negli anni ottanta e qualche foto che non riesci a guardare senza che le lacrime ti impediscano di metterle a fuoco. “Dove siete finiti?” ti chiedi sottovoce. “Dove siete finiti, amici miei, che non mi avete mai fatto sentire solo anche quando non sapevo dove foste!” E’ valsa la pena barattare la “tranquillità” in cambio di quella vita? Cosa racconterò a mio figlio? Quanti negozi ha il nuovo centro commerciale o quanto è bravo suo padre al lavoro? No. Non è così che può andare. L’ A.C. Milan 1899 è un sogno troppo bello per non poterlo vivere a pieno! E allora chiudi quel cassetto e chiami tuo figlio. Lui ti guarda come se si aspettasse quello che gli stai per dire: “Domenica ti porto in SUD. Voglio farti vedere come sono i tifosi del Milan!” Lo vedi felice e tu lo sei più di lui. Imparerà a dormire in otto dentro uno scompartimento e a dividere un panino con chi non conosce ma è come lui. Imparerà che non si lascia nessuno a terra e che non si dà mai la schiena a chi ti attacca. Imparerà ad esultare con eleganza e a non disperarsi per una sconfitta. Imparerà ad amare e difendere la sua Gradinata. Imparerà a comportarsi con coraggio e sempre lealmente. Imparerà, in una parola, cosa vuol dire essere un tifoso del Milan, Imparerà a far parte della Gradinata SUD! Dove sono finiti quelli là?… Non li vedi?… Sono già schierati…. Ci sono ancora…

E’ da oggi online un nuovo sito

CREABAGNO

Questo sito è nato grazie alla fusione di

DESIGN ED ELEGANZA

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